Devo ancora capire come sono messa con la cucina vegana. Già la parola, insomma… Certo che poi, invece, sulle riviste alla moda o nei blog più trendy la chiamano cucina “veggie” e già fa tutto un altro effetto.
Quindi, se per vegana intendiamo la cucina di certi ristorantini o chef “al limite”, in cui tutto è di colore indefinito tra il beige e il grigio, con attorno personaggi estremi anche nel vestire, beh, mi sento assai lontana da tutto ciò, son sincera. Poi, ti capitano tra le mani libri come questo, con foto spettacolari di cibo, pure colorato, con ricette che di strano non hanno nulla, bensì trasudano ricerca, passione, golosità – che è poi quello che faccio ogni giorno anche io con la mia cucina tradizional-casalinga – ecco allora che pure vegano è bello e possibile.
Quindi, se per vegano si intende cercare sapori sani, viaggiare tra alimenti spesso dimenticati, che una volta erano la norma, o creare magie con i legumi, gli ortaggi, le spezie che tanto amo, beh ho deciso: ci sto. Quanto meno a prendere in mano questo bel ricettario, e perfino a consigliarlo a chi ama un nuovo modo di armeggiare col cibo, che poi è un modo antico. A chi ama cucinare, e in quella passione non c’è cibo vivo, cibo morto, cibo vietato… c’è solo cibo buono, suggerisco di navigare tra queste pagine coraggiose.
Perché coraggiose? Perché Sapori Vegolosi, così si chiama il libro, ha deciso di intraprendere col resto del mondo non vegano una sfida: quella sul terreno di salse e intingoli, di creme e sughi; insomma, un terreno assai “tradizionale”.
E a me piacciono le sfide, ammiro il coraggio e adoro che nella mia dispensa ci siano anche l’agar-agar e la salsa tahine. Mi piace un po’ meno la soia, ma questo è affar mio, molto personale. Chiamala antipatia… Un giorno mi mangerò le mani, visto che nei Paesi dove se ne consuma davvero tanta le donne si mantengono belle e giovani for ever, dato che è un fitoestrogeno. Io, piena di rughe e acciacchi, un giorno – spero lontano – penserò: avessi mangiato più soia! Pazienza.
La copertina di Sapori vegolosi, il volume curato dalla redazione del sito di cucina vegana vegolosi.it, in libreria per Gribaudo Editore, a 14,90 euro
Intanto, tra le pagine di Sapori Vegolosi, volume che stuzzica l’appetito (per un ricettario di cucina vegana vi pare poco?) mi sono andata a cercare questo bel plumcake all’amata zucca, così di stagione, e col cioccolato, che invece non conosce stagioni e non delude mai! E ho scoperto un dolce vegano e squisito. A piacere decora la superficie con granella di zucchero (o cocco in scagliette). Da provare subito.
Plumcake alla zucca con salsa di cioccolato e cannella
Cosa ti serve
Per plumcake:
250 g di polpa di zucca a pezzi
225 g di farina semintegrale
125 g di zucchero di canna grezzo
20 g di amido di mais
60 g di burro di soia
70 ml di latte di farro
1 bustina di lievito per dolci
4 g di vaniglia in polvere
un pizzico di sale
Per la salsa al cioccolato:
100 g di cioccolato fondente
30 g di burro di soia
20 g di succo di arancia
1 cucchiaino di cannella in polvere
Come devi fare
Lessa la zucca in acqua salata finché non sarà ammorbidita, poi scolala e frullala. In una grande ciotola, setaccia la farina semintegrale insieme al lievito e all’amido di mais, al sale, alla vaniglia e quindi mescola. In un’altra ciotola monta il burro di soia con lo zucchero di canna, aiutandoti con una frustra elettrica fino a ottenere un composto spumoso, dopodiché aggiungi il tutto alle farine, insieme al latte di farro e alla zucca frullata. Mescola per amalgamare bene. Versa il composto in uno stampo per plumcake, precedentemente unto e infarinato, e inforna a 170 gradi per 40 minuti. Nel frattempo, prepara la salsa al cioccolato, sciogliendo quest’ultimo a bagnomaria in un pentolino con il burro. Quando è sciolto, aggiungi la cannella e il succo d’arancia, mescolando molto bene.
Quando il plumcake è cotto, toglilo dal forno e fallo raffreddare bene prima di estrarlo dallo stampo, quindi ricoprilo con la salsa al cioccolato. Semplicemente buono!
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