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Soltanto il carrello ascolta i miei sospiri. Poi, esausta, sono scaracollata su una fresca insalata d’arance

6 Luglio 2014
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È sabato, il salto al super non me lo risparmia nessuno. Anzi, guai a chi me lo leva! La settimana è stata pesante… Adesso c’è il carrello a cui appoggiarmi. La settimana è stata ingombra di pensieri? Come uccellini felici si librano in volo, i pensieri, allontanandosi da me che ho occhi solo per gli scaffali e giro felice conducendo il mio carrello con l’orgoglio della neomamma che spinge il passeggino. E, in testa, ho l’elenco degli ingredienti per tanti buoni piatti che cucinerò, per la famiglia e il blog o il blog e la famiglia: cucino, fotografo, mangiano. Non fa una piega. Ma se non ho in casa il verde e profumato basilico, le commoventi zucchine, il versatile Parmigiano, l’insostituibile ricotta, i golosi e appassionati pomodori, divento come Robben dell’Olanda di fronte a un suo tiro troppo sopra la porta!

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Come un bambina felice nel Paese delle meraviglie, penso alle ricette, infilo il carrello, prendo e metto giù. Cerco, rincorro, studio, penso, leggo, soppeso e giù di nuovo in quella bella gabbia di ferro con le rotelle che sa sorreggermi come niente altro il sabato mattina. Vado in visibilio di fronte ai fagioli freschi, da sgranare, alla faccia della fretta (sgranare è come pregare: il tempo di ferma e ti senti l’unica al mondo, la testa vola, i ricordi fluiscono; ma perché non sgrana più nessuno? Forse saremmo tutti più felici: fagioli, piselli… cos’altro c’è da sgranare? E ho un moto di gola davanti alle mazzancolle grigio-perla che mi aspettano al banco del pesce fresco. E sogno quando conduco il carrello tra gli scaffali, voi no? Intanto, detesto fare la spesa di fretta, per questo la faccio il sabato quella grossa (vedi il carrello, ed ero solo a metà percorso, ma lì c’era una luce migliore per le foto). E poi qualcuno guardava ma sorvolava: ve lo immaginate, invece, cosa dev’essere scattare foto al proprio carrello della spesa in fila alle casse, con quelli dietro che te lo guardano come dovesse rimpicciolirsi e svuotarsi per fargli guadagnare tempo? Proprio no, ancora no… Alle casse, se c’è coda, c’è ben altro da fare! Che cosa mangiano gli altri, per esempio. Come mi diverto a guardare nei carrelli altrui! Ma mi diverto anche a osservare come sbaraccano il carrello mettendo i prodotti sul tapis roulant (l’unico tapis roulant che mi stia simpatico e che mi rilassi davvero), quello della cassa del super. C’è chi sbatte quei tesori dei propri acquisti gastronomici come se la confezione di alici o il pacco dei grissini gli avesse comunicato l’importo delle tasse! E chi invece rimuove i prodotti dal carrello per metterli sul tappetino della cassa come fossero tutte uova, o preziosi reperti neolitici, con tale lentezza che sembrano agire alla moviola.
E poi c’è sempre chi, dietro, ha in mano un melone e lo brandisce come a dire: ho solo questo, giuro ho solo questo, mica dovrò aspettare la sua spesa da emergenza nucleare per pagarlo??? Se ha meno di 70 anni e non è incinta, sadicamente sorrido ammiccante e comincio con innata naturalezza a disporre la mia merce sul ripiano, con quella bella ginnastica per il bicipite che pesca dal carrello si solleva e ripone, poi torna con movimento scapolare circolare ad altezza carrello e ripesca. Sento lo sguardo da dietro, il ghigno, lo sbuffo, piacevole e mirato come una folata di aria condizionata ad altezza cervicale”, ma indomita proseguo: era il mio turno, no?
È luglio, fa caldo (anche se è insolitamente clemente la calura quest’anno) e a pranzo, vedendo ancora due arance di Ribera che stazionavano in fondo al frigorifero, le ho pelate al vivo (l’arancia sarà bella in inverno, ma d’estate! il suo colore si moltiplica con la luce che arriva in cucina dall’angolo del balcone), ho lavato un finocchio e pulito un paio di cipolline freschissime di Tropea; con l’aggiunta di alcune olive nere, poco sale, poco olio extravergie d’oliva siculo eh! (anch’esso viene da Ribera, provincia d’Agrigento e dal mitico produttore, amico Paolo Ganduscio). Ne è venuto fuori un piatto vegetariano, estivo e fresco che sembra aprire le porte del Paradiso. Un piatto povero, semplice che, chi non è vegetariano, può arricchire con alcune acciughine di quelle giuste. Da sola, o come contorno, l’insalatina è deliziosa. A me ha ristabilito i sali minerali persi e ha solidificato il buon umore per la felice spesa fatta!

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