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A ognuno la sua Key West. La mia si chiama Rimini, il gambero che non c’è e un divino tacchin tonnè

15 Agosto 2015

Ecco il pezzo uscito su Il Giorno di ieri, a Milano. Lo riproduco affinché tutti possano goderne… Hi,hi!! Poi la ricetta del pratico, goloso e veloce Tacchin tonnè (e leggendo capirete perché…) e un’altra sorpresa tutta nuova, facile e gustosa a breve!

Lo dico subito: la mia non è la Rimini degli altri. Quella del baccano, della disco e del divertimento costi-quel-che-costi.
Io qui ho le mie radici: son nata a 40 km e la grande nutrice, la Romagna, è la stessa, altera e cialtrona, colta e contadina, marinara quanto basta. Io lo capisco il dialetto di qui: varia a ogni campanile, ma la matrice è sempre quella.
Conosco gli odori e i sapori di questa terra, che sono quelli dell’infanzia, e dunque hanno una tenacia così cara tanto a Proust quanto a me (e scusate il parallelo!).
Con questa gente condivido abitudini, piadine e pedalate. Cosa c’entra Key West, allora, l’algida Isola della Florida celebrata da cinema e letteratura e abitata perfino da Hemingway? C’entra, c’entra… Perché l’altra mattina all’alba, andando in bici verso un porto silenzioso e ancora dormiente, con vista cabina a righe bianche e azzurre, sì proprio di quelle col tettuccio a punta – che sembrava dipinta dal pittore americano Edward Hopper – mi sono sentita trasportata in un’atmosfera rarefatta e immobile che tutto sembrava fuorché la Rimini degli ‘altri’. Il profumo salmastro dell’aria, un paio di gabbiani dal volo sicuro nel cielo già celeste, l’aria incredibilmente frizzante… E il mio mare, un po’ imbronciato che pareva un oceano…
Cercavo del pesce, anzi dei gamberi. Niente da fare, nel mezzo d’agosto qui la pesca si ferma. Amen, cambierò menù. Intanto mi sorpassa una Gradisca in bicicletta, vedo il ponte di Tiberio in lontananza e mi accorgo che il cinema americano non è mai stato più lontano. Perché questa è la terra di Fellini, e di quella ironia amara e gradassa che lui mischiava al genio, noi alla rucola, ma che abbiamo un po’ tutti da queste parti. E che mi ha spinto a creare un gustoso e fresco tacchin tonnè. Tanto per prendere in giro vitello e… vitelloni.

Tacchino tonnato
in salsa leggera

Cosa ti serve
1 pezzo di fesa di tacchino di circa 1 kg
2 gambi di sedano
1 carota grossa
1 cipolla bianca
un mazzetto di aromi (salvia, rosmarino, timo, alloro)
qualche grano di pepe nero
mezzo bicchiere di vino bianco
mezzo limone
300 gr di tonno in scatola sott’olio, ben sgocciolato (due scatolette di media grandezza)
1 cucchiaio abbondante di capperi sotto sale
8 filetti d’acciuga sott’olio
sale

Come devi fare
Monda e lava sedano, carota e cipolla e mettili in una casseruola piuttosto ampia, con il mazzetto di aromi, il pepe coperti con circa 2 litri di acqua, versa anche il vino. Porta a bollore poi immergici la fesa di tacchino, che avrai legato con spago da cucina fino a ottenere una specie di salamotto e fissato con spiedini di legno per tenerla in forma). Aggiungi il sale e riporta a bollore e lascia sobbollire, coperto, per circa 40 minuti (o anche un po’ di più: dipende da quanto è grande il pezzo di carne).
Quando la carne è cotta, spegni e preleva con un mestolo una tazza di brodo vegetale privo di residui di verdura o grani di pepe.
Togli la carne dalla pentola e lasciala raffreddare molto bene: solo così, infatti, riuscirai ad affettarla in modo piuttosto sottile come questa preparazione richiede.
Per preparare la salsa, sgocciola bene il tonno e mettilo nel mixer (o in una ciotola dai bordi alti se usi il mixer a immersione), aggiungi i capperi – che avrai prima dissalato lasciandoli un poco in acqua fredda e poi tamponati con carta da cucina (tienine eventualmente da parte alcuni per guarnire) – 5 filetti di acciuga (tieni gli altri da parte per guarnire) e qualche goccia di limone.
Emulsiona il tutto e via via che frulli, aggiungi poco alla volta, a filo, parte del brodo vegetale che hai precedentemente raccolto nella tazza, fino a ottenere una cremina morbida, ma non troppo fluida. Taglia a fettine sottili la carne, magari aiutandoti con un coltello molto affilato o se ce l’hai un’affettatrice; disponi le fette in un ampio piatto da portata, sovrapponendole leggermente. Versa la sala di tonno sulle fettine di carne, aiutandoti con il dorso di un cucchiaio per ricoprirle bene. Decora, a piacere, con i restanti filetti d’acciuga e capperini dissalati. Conserva in fresco fino al momento di servire, coperto con pellicola da cucina.
È ottimo da servire con contorno di patate lesse. Condite con un’emulsione di yogurt greco, poco olio, sale e pepe, e qualche filo di erba cipollina tagliuzzata.

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