Un altro Padiglione di Expo 2015 che si distingue per la cordiale ospitalità, la serietà della presentazione e l’opulenza dell’esposizione è il Kuwait. Un Paese in cui il petrolio è la norma, ma l’acqua è il miracolo.
Nell’immaginario collettivo il Kuwait è petrolio e deserto. In Expo, il Kuwait ci tiene a dimostrare come questa popolazione sia riuscita – tra clima proibitivo e mancanza di acqua – a coltivare tecnologie avanzate, idee brillanti, energie sostenibili.
Il denaro aiuta, certo. Ma dentro l’esposizione serpeggia un orgoglio che non è dato soltanto dalla ricchezza e dall’opulenza.
E così il deserto – verde per un solo poetico giorno, dopo le scarse piogge – diventa un luogo di piantine che danno la vita.
Tra Emiri di bianco vestiti e la spiegazione di come di desalinizza l’acqua del mare (è possibile assaggiarla, è buonissima!), per me sono indimenticabili i container di perle, di cui questi arabi sono da sempre pescatori. Bello!
Buono e bello anche il cibo: cucina araba, varia e saporita. Con carne, spezie e la pita, il tipico pane arabo.
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