E per chi li avesse persi, ecco il raccontino e la ricetta.
Il cibo parla. Ne accennavo di recente a un’amica, entrambe sprofondate su confortevoli poltrone fronte lago, ed entrambe ci siamo trovate d’accordo: altro che timer! Se con la pietanza che stai preparando crei il giusto feeling, quando la fiamma è da abbassare verso toni più dolci o, al contrario, urge una calorosa fiammata, lo “senti”, qualsiasi cosa tu stia facendo.
Perché il cibo chiama, esige, si esprime. Ne è un esempio il classico borbottio della classica pentola di fagioli, passata dai fornelli ai luoghi comuni. Oggi, in particolare, propongo i ceci, e sempre legumi sono, ma comunque – dalle mele cotte al pollo arrosto – quando li bruci o li servi che sono ancora troppo indietro – è perché non li hai saputi ascoltare a sufficienza. Quindi, è meglio non allontanarsi troppo dalla cucina, anche se la cottura deve andare avanti per almeno tre ore.
Prendiamo il piatto di oggi che, come tutte le zuppe, non è da meno. Prima c’è il cece, che va e va, apparentemente senza troppi problemi, ma non può essere abbandonato a se stesso, sennò asciuga troppo. Idem per il brodo vegetale, che borbotta e borbotta e va spento al punto giusto, prima che le verdurine si sfaldino troppo, ma dopo che avranno rilasciato nel liquido i loro preziosi minerali.
Poi c’è il momento in cui tutti gli ingredienti confluiscono nella zuppa finale per miscelare i loro sapori, conservando croccantezza e consistenza. Spegnere il fuoco sotto una zuppa è un momento magico, è l’X Factor della cucina: 5 minuti più o 5 minuti meno non comprometteranno certo la riuscita di questo piatto, visto che in fondo, seppure a modo mio e il nome dice tutto, di una specie di ribollita si tratta. Ma, anche per le minestre e i brodi, c’è l’attimo di cottura perfetto. Solo il tuo orecchio può indicartelo: coglilo e il palato te ne sarà grato.
ZUPPA DI CECI E CAVOLO NERO (anche in versione “della mutua”)*
Della mutua, perché è la versione speedy, quando cioè non ti sogni nemmeno di mettere a bagno il cece la sera prima, e di farlo bollire per 2 ore, ma ripieghi su quello in scatola, solo da risciacquare e buttare in pentola.
COSA TI OCCORRE:
- 300 gr di ceci secchi ma è consentito usare ceci in scatola per la versione che io chiamo “della mutua”
- un cavolo nero non troppo grande, pulito verranno 500 grammi
- sedano, carota, cipolla, porro
- qualche grano di pepe nero
- olio extravergine d’oliva
- sale
- peperoncino
- 40 gr di pecorino, stagionato e grattugiato
- più, eventualmente, alcune fette di pane casereccio e 1 spicchio di aglio
COSA DEVI FARE:
Mettere a bagno il cece per 12 ore. Passata la nottata (o la giornata, a seconda) risciacquarlo bene e vesarlo a freddo in una pentola d’acqua. Due ore per cuocerli ci vogliono tutte (per questa ricetta, però, è possibile scolarli anche 10 minuti prima, tanto poi ribolliranno). Salare (poco) e soltanto a fine cottura (si può cuocere il cece anche il giorno prima, conservandolo in una ciotola di coccio in frigo, coperto con la pellicola). Per il brodo di verdura, pulire, lavare e spuntare sedano, carota e cipolla, metterli a freddo in una pentola d’acqua, con l’aggiunta di qualche grano di pepe nero; si porta a ebollizione, lasciando andare per 40 minuti e salando a piacere. Mentre il brodo va, si pulisce il cavolo nero, buttando le foglie sciupate e la costa bianca che sta in mezzo a ogni foglia, perché è duretta, poi lo si taglia a striscioline sottili. Con un mestolo forato, dopo che avrà bollito a sufficienza, togliere dal brodo di verdura i pezzi di sedano, carota, cipolla e i grani di pepe, ma se qualcosa resta non farsene un cruccio. Dopodiché, versare il cavolo nero a striscioline nel brodo limpido e bollente, e lasciarlo cuocere per circa 40 minuti. Quando mancano 10 minuti al termine (a me piace che il cavolo nero resti un po’ croccante), si butta il cece già cotto e si regola di sale, pepe o eventualmente peperoncino. Versare nelle fondine, irrorare con un filo di olio, aggiungere una spolverata di pecorino.
Se proprio si vuol strafare, o se si ha molta fame, mentre cuoce la minestra si possono tagliare alcune fette di pane casereccio, si fanno abbrustolire in forno, si sfregano a piacere con un po’ d’aglio e si consumano a puccia con la minestra.
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