Come si fa a non amarla? Dura solo un giorno, arriva per ultima, quando siamo sazi di feste, cibo, disordini alimentari e/o affettivi.
Sta in fondo, si porta via tutto: i film di Natale ambientati in una New York dove nevica sempre nell’ultima scena, i regali che ci hanno commosso e quali che non vediamo l’ora di riciclare. I momenti belli e le litigate a denti stretti perché gli altri parenti non dovevano sentire… Le grandi abbuffate e le passeggiate senza guardare l’orologio, la fetta di panettone a colazione e il torrone sbocconcellato davanti alla tivù. Il cinema di pomeriggio e i pomeriggi pigri strusciati sul divano… La frenesia della Vigilia e la malinconia del “dopo”.
È una grande la Befana. Dopo di lei, si ricomincia. Con la voglia che tutto cambi poi invece non cambia niente; poi, però, se deve cambiare qualcosa che non sia in peggio. Poi però che palle sempre le stesse cose…
E la amo perché anziché tutti quei regali che passi 15 giorni a cercare di sistemarli in giro per casa, porta solo buonissimi, graditissimi, peccaminosi dolci! Compreso il carbone, ma quello di zucchero, magari profumato all’anice o alla menta… È una casinista la Befana e beffarda: arriva il 6 con tutti quei dolci e dal 7 tutti si devono mettere a dieta per perdere i chili delle feste. Lei se la ride e io pure!
Grazie Befana che ci riporti la normalità!
E a tutti ricordo che io, per la Befana, ripropongo il mio buonissimo
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