A me Febbraio non piace. De gustibus… dicevano i latini. E non vado pazza nemmeno per i suoi appuntamenti tradizionali: dal Carnevale al Festival di Sanremo a San Valentino.
Per fortuna che, appena a metà di questo mese, così corto e appuntito, ce li siamo già lasciati tutti e tre alle spalle. O quasi, perché qui siamo a Milano e uno strascico di Carnevale ci tocca fino a sabato. Ci strafogheremo di chiacchiere e tortelli e passerà anche questa.
Non che il Carnevale, antica costumanza di ribellione, sempre in bilico tra sacro e profano, non avesse storicamente le sue ragioni. Ma oggi che il Re è nudo tutto l’anno che senso ha?
Sanremo avrà pure le sue ragioni, che magari non sempre la musica conosce, dato che è arrivato a quota 68 edizioni… Comunque, basta non occuparsene. Per qualche giorno te ne starai muta come una valletta televisiva del passato perché molti – tra la bravura di Baglioni, la bontà di Favino, le scollature della Hunziker e i ritornelli delle canzoni – cianceranno solo di quello, ma poi passa. E anche questo piccolo grande festival finirà nell’oblio, un acido potente che tutto dissolve.
San Valentino, festa degli innamorati che ha infierito giusto due giorni fa, sinceramente è una ricorrenza che non ho mai capito.
Vabbè l’omonima strage ordinata da Al Capone nel ’29, ma che bisogno c’è di dedicare una giornata a chi è innamorato? Chi è perso nell’altro/a fa festa tutto l’anno (magari solo i primi 12 mesi…). Non servono feste quando ogni minuscolo pezzo di stagnola che ti trovi per le mani viene subitamente forgiato a forma di cuore.
Semmai servirebbe un giorno di pausa da quegli sguardi languidi e da quei batticuori che tutto consumano. Indiciamo piuttosto la festa degli amori stanchi, che magari ne hanno più bisogno!
Dedicata a coloro che stanno comunque insieme, anche se non ricordano più tanto bene perché… Proclamiamo un giorno di festa per rivedere l’altro/a con gli occhi di allora; una pausa per staccare da critiche e battibecchi e, per un giorno ancora, tornare a vederne i difetti come se fossero dei dolcissimi, irrinunciabili vezzi.
E intanto portiamo in tavola questo delizioso risotto ai funghi, servito in una coppa dorata e commestibile di parmigiano croccante. Un dono d’amore, per i nuovi amori e gli amori stanchi, che va bene sempre, anche se non è San Valentino.
RISOTTO AI FUNGHI IN CESTINO DI PARMIGIANO
Cosa ti serve (per 4 persone)
300 g di riso Carnaroli
1 cipollotto
150 g di funghi essiccati
1 litro e mezzo di brodo vegetale
120 g di parmigiano reggiano grattugiato
1 noce di burro
mezzo bicchiere di vino bianco
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
1 cucchiaino di semi di papavero
sale e pepe bianco
Come devi fare
Metti a bagno i funghi per circa 30-40 minuti, poi strizzali bene, tritali grossolanamente e tienili da parte. Porta a bollore il brodo vegetale, monda il cipollotto. Versa metà olio nel tegame del risotto, fai rosolare il cipollotto fino a farlo diventare trasparente, quindi aggiungi i funghi. Insaporisci per un paio di minuti poi versa il riso, fallo tostare ben bene, sfuma con il vino, lascialo evaporare, quindi aggiungi un primo mestolo di brodo bollente, mescolando e aggiustando di sale se necessario. Via via che il riso assorbe il brodo, aggiungine altro. Nel frattempo, dopo aver tenuto da parte due cucchiai di parmigiano grattugiato, aggiungi al restante i semini di papavero. Mescola molto bene e dividi il formaggio coi semini in quattro mucchietti uguali. Prepara 4 scodelle sul piano di lavoro e rovesciale. Riscalda molto bene un padellino antiaderente, versaci un primo mucchietto di parmigiano, spianalo in forma rotonda con il dorso di un cucchiaio, lascialo rapprendere e quando appare morbido e dorato, sollevalo con una paletta piatta e appoggialo sul rovescio della prima scodella affinché prenda la forma di cestino rovesciato. Procedi così fino a esaurimento dei mucchietti di parmigiano, disponendo ognuno sul dorso della relativa scodella; fai raffreddare i dischetti di formaggio senza toccarli. Quando sono trascorsi 18 minuti, spegni il risotto, aggiungi la noce di burro freddissima e lascia riposare 2 minuti coperto. Estrai delicatamente le ciotole di formaggio dalle scodelle rovesciate e usale come cestino per servire il risotto, su cui verserai a pioggia il restante parmigiano grattugiato e una macinata di pepe bianco.
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