Modestamente, un capolavoro. Certo il pollo era di quelli buoni. E io ho pensato: come renderlo succulento e dorato, croccante fuori e morbido dentro? Rincorrendo il sapore, l’ho fatto a pezzi, pulito, in parte spellato, sennò è troppo grasso, lavato e poi l’ho fatto marinare un paio d’ore con un bel limone biologico a pezzettoni, alcuni spicchi d’aglio spellati, qualche cipollotto a pezzi, 2 o 3 rametti di rosmarino tenero e profumato. Ho irrorato con un filo di olio extravergine d’oliva e bagnato con un terzo di lattina di birra.
Poi ho messo sul fuoco una larga padella dai bordi relativamente bassi, l’ho unta appena di olio e quando era bella calda ho disposto amorevolmente i diversi pezzi pollo, facendo in modo che stessero comodi e vicini vicini. Ho atteso che i pezzi si rosolassero per poi rigirarli, a uno a uno. Nel frattempo ho raccolto, scolandolo, il succo della marinatura, vi ho versato e disciolto un cucchiaio di miele e uno di sale grosso, ho mescolato quella bella miscela dorata per poi versarla sui pezzi già rosolati del mio pollo, a filo, senza dimenticarne nessuno. Ho rigirato nuovamente, pezzo per pezzo, l’arrosto, vi ho spremuto un’arancia bionda e succosa, ho aggiustato di sale e pepe e spruzzato di birra. Ho abbassato la fiamma, messo il coperchio e atteso. Dopo circa 15 minuti, ho rigirato tutto di nuovo e portato a fine cottura, sempre a fuoco moderato. L’aspetto era goloso, di una doratura intensa, quasi fosse caramellato. Non vedevo l’ora di assaggiarlo, non mi ha deluso. E non deluderà nessuno che abbia la voglia, la pazienza e la golosità di cuocerlo così!
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